martedì 27 aprile 2010

Vi fosse mai capitato...

...di trovare del musotto nei vostri cocktail in discoteca, sappiate che sono stato io - coadiuvato da alcuni amici che non si prenderanno mai la responsabilità delle proprie azioni. Sentivo questo peso sulla coscienza che mi opprimeva da giorni e mesi e anni: ebbene, ecco qua la confessione. Prima di continuare, una foto del musotto, che non tutti conosceranno, ma che comunque quelli che hanno avuto a che fare con gente romagnola di più di 50 anni - genitori, nonni, pedofili attempati o presentatori televisivi - non possono non conoscere:














I più svegli avran capito che sì, magari quest'uomo si può pure trovare in discoteca, ma all'interno di un cocktail è pressochè impossibile, a meno che non sia una coppa di champagne bella grande - di quelle che usavano per introdurre il seno di Francesca Dellera e Serena Grandi e far finta che quelle fossero tette perfette. Comunque, il signore qui di sopra è un politico italiano che, per colpa di questa arrogante omonimia col nostro salume nostrano, ha rubato la scena di googleimages: ora come ora si trovano solo foto sue se digitate musotto, ed è effettivamente una grossa ingiustizia. Comunque non è di lui che volevo parlare.

Il tutto nasce dalla nostra repulsione/attrazione per le discoteche: siamo sempre stati quelli che dicevano "io in quei postacci non mi diverto" salvo poi andarci perchè "ci vanno tutti" e effettivamente raramente divertirsi e uscire alle 2 - 2,30, orario in cui di solito la bella gente entra. Comunque, dovevamo inventarci dei diversivi, qualcosa che potesse rendere la nostra presenza in discoteca assurda, grottesca, insomma quella che effettivamente era: una cosa fuori luogo. E così a volte si portava all'interno del luogo di perdizione un mandarino, a volte un filo interdentale, a volte una scatoletta di tonno quali premi da far vincere a coloro i quali rispondevano in maniera intelligente e originale alla domanda: "Fammi un esempio". Chi replicava "esempio di che cosa?" veniva immantinente eliminato in quanto mica siamo a "Chi vuol essere milionario?" che ci sono gli aiutini. Ovviamente quasi nessuno riusciva a rispondere, essendo la maggior parte degli avventori dei totali esauriti da figa e cacata di lievito; ma una volta, una ragazza senza battere ciglio ci parlò dell'aumento del prezzo del pane nel 1935, delle sue implicazioni e della reazione del popolo. E' stata sicuramente la vincitrice esaurita da cacata di lievito più meritevole.


Comunque il musotto ha un'origine diversa. Il musotto è un salume tra i più unti e schifosi che il genere umano abbia mai partorito: ha una consistenza tale per cui, se lo tieni troppo tra le dita, si scioglie lasciandoti una pellicola di grasso che difficilmente si riesce a togliere se non per mezzo della carta vetrata.

Quando ero al ristorante con gli amici, e ordinavamo gli affettati misti, un mix tra sgomento e speranza animava le nostre membra: speranza perchè se arrivava il musotto assieme al resto dei salumi, sarebbe scattato il delirio; sgomento perchè la guerra del musotto constava nel recapitare l'immondo affettato in ogni orifizio di un'altra persona, in una battaglia tutti contro tutti in cui spesso poveri sfortunati venivano inondati di unto in tutti i pertugi più nascosti e impensati, finendo così per diventare degli ignari trasportatori di musotto semoventi. Invece che un "unto dal Signore", il malcapitato diventava un unto e basta. Ecco come si presenta una persona pur aggraziata se inondato di musotto:




Da lì l'idea folle e geniale: andare ogni volta che si usciva al supermercato preventivamente - diciamo la mattina - andare al settore alcolici e prendersi una bottiglia di limoncello - quando ancora non eravamo in grado di rubare bottiglie direttamente in loco eravamo comunque delle persone lungimiranti e previdenti - poi passare dal settore macelleria e prendersi un etto di musotto, che sarebbe poi venuto con noi in discoteca e si sarebbe sparso nei capelli della gente che ballava, nei cocktail che la gente beveva, nei divanetti in cui la gente sedeva.
Una volta, in fila per entrare, misi una fetta di copioso musotto sulla spalla di un povero avventore, fiero possessore di un cappotto di pelle con borchie assortite. Quando un amico si accorse di quel che era successo al malcapitato, in maniera innocente e sbigottita esclamò:
"Guarda! Ti è piovuta una cotenna di maiale sulla spalla!"
Rimane una delle scene più belle della mia vita.
A pensarci bene, alla fine in discoteca ci divertivamo eccome. Alla faccia vostra.

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