mercoledì 31 marzo 2010

Sinceramente pensavo che dopo...

...la vomitata di ieri per un pò non avrei parlato di politica: davvero, ci credevo con tutto il mio cuore, anche perchè all'inizio - ormai un mese fa... - avevo promesso che avrei parlato il meno possibile di questa cosa. Ma sempre all'inizio avevo anche detto che le mie promesse valgono come quelle di un marinaio ubriaco che anche sulla terra ferma quando va al cesso gli sembra che ondeggi e fatica a beccare il buco: quindi mi son lavato la coscienza. Sapevo che non me la sarei cavata tanto a buon mercato, dopo ieri: e infatti, in tarda serata, becco su Sky "Rai per una notte", programma estemporaneo di cui ho seguito solo le parti salienti il giorno dopo su Repubblica.it. Ora, spettacoli di questo tipo mandano in brodo di giuggiole persone come me, sfegatati di libera circolazione dell'informazione e, di conseguenza, scettici per non dire di peggio del governo Berlusconi. Davvero, l'ho seguito con vivo interesse, fino a che il sonno non ha preso il sopravvento: ma erano già quasi le 2, e sinceramente penso proprio che ancora non mi sia abituato all'ora solare - o legale? beh, all'ora indietro, diciamo - scattata nel weekend e ancora la pago in termini di bioritmo. Comunque, nonostante le note positive, sono una persona che non riesce ad assimilare acriticamente neanche le arringhe di Travaglio, fatte per essere semplicemente ascoltate e applaudite. Travaglio, per la cronaca, si presenta così:














Cercavo una foto ironica del Travaglio: le prime quattro pagine di Google Images ne sono sprovviste. Evidentemente, una prova in più che l'ironia è di sinistra.
Comunque, non parlo dei fatti: di quelli è più ferrato lui. Parlo dell'utilità di una trasmissione del genere: non riesco a togliermi dalla testa il pessimistico, apocalittico pensiero che trasmissioni come queste, fatte da gente come quella, non arrivino a spostare un'opinione, e dunque un voto. Strano, vero? Perchè in fondo parlano di cose che dovrebbero interessare più coloro i quali han votato Berlusconi che gli altri: gli altri, se non l'han votato, un motivo ci sarà, e l'elenco delle marachelle del Cavaliere non può che rafforzare la propria scelta. Perchè la penso così? Ci arrivo in maniera schematica con alcuni punti, non mi sbilanco sul numero di essi perchè conoscendo la mia scarsa capacità di sintesi finiranno per essere sicuramente di più delle previsioni. Dunque:



a. Berlusconi convince il proprio elettorato che Santoro è il diavolo, Travaglio è Lucifero, Vauro è Caronte e così via. Siccome oramai la politica è più una questione di fede acritica che di razionalità critica, l'elettorato del Popolo delle Libertà assimila tutto ciò che dice il Premier e lo fa suo. Dunque, il fatto che sparisca l'inferno dalla televisione non è poi così grave per loro, anzi: siccome compiace il loro presidente, colui per il quale hanno votato, diciamo che è cosa buona e giusta che certe facce che fanno propaganda e non giornalismo non vadano più in onda. Sono poi le stesse persone che han creduto, sempre secondo la parola del Cavaliere, che sotto le tonache i giudici siano in realtà così:











Pensate di poter mai convincerli del contrario?

b. Direttamente legato al primo punto, gli elettori del Popolo delle Libertà difficilmente prenderanno visione di "Rai per una notte", e se anche le dessero un'occhiata al massimo potranno ritenere Santoro un coglione, Travaglio un contaballe e Berlusconi un figo perchè se le tromba tutte. Dunque, la trasmissione andrà ad uso e consumo di coloro che due cose sul Presidente le sanno, e le sanno perchè son fruitori del Fatto Quotidiano, di Anno Zero, di Repubblica, insomma si scelgono i media che più rispondono ai propri criteri politici, e se vogliamo ai valori a cui scelgono di dedicare più tempo, e sono gli stessi media che poi sono già presenti nella serata al Pala Dozza. Probabile che qualcosa di nuovo lo sentano: magari qualche punto di vista a cui prima avevano evitato di pensare. Certo massimo che succeda, si convinceranno ancora di più della propria idea.

c. Questo mi porta alla conclusioneche al massimo "Rai per una notte" amplifica la polarizzazione politica, certo difficilmente porta elettori dalla parte opposta a Berlusconi, che è già stato bravissimo agli occhi del suo bacino d'utenza a screditare i principali oratori di una serata simile. Il Premier sarebbe semplicemente un idiota a cancellare dunque queste trasmissioni. Ovviamente, non è che non spostino neanche un voto: la mia è una estremizzazione del concetto. Però, bisogna convenire che finchè Travaglio e Santoro faranno ciò che l'elettorato di destra si aspetta che facciano, cioè dimostrano quanto il governo di Berlusconi abbia del marcio al suo interno a partire dalla testa - sempre meno pelata tra l'altro -, l'elettorato di destra non li prenderà mai in considerazione come potenziale fonte da cui attingere. E' lo stesso problema di Internet: secondo alcuni, con Internet non saremmo più potuti stare all'oscuro di niente, tutti i fatti ci sarebbero parsi chiari perchè avremmo avuto gli strumenti per andarci a formare la propria idea sull'accaduto. Invece, non è vero niente: la rete è talmente vasta e satura di informazioni, che alla fine un fruitore di essa va a cercarsi le informazioni dove gli pare più logico cercarle. Dunque: per uno di sinistra, Repubblica e il Fatto, per uno di destra il Giornale e il Foglio. Stessa cosa: se uno vuole sentire il punto di vista di un anti-berlusconiano, va a guardarsi Anno Zero; se uno vuole sentire il punto di vista di un berlusconiano, guarda Porta a Porta, o più semplicemente Il Grande Fratello.

Per chiudere: ben vengano trasmissioni di una certa intelligenza che non spengono il cervello ma aiutano a sviluppare un senso critico altrimenti atrofizzato. Però, affinchè queste trasmissioni possano contare davvero a formare il pensiero di tutte le componenti della società italiana, e non quelle che un'idea se la sono già fatta e guardandoti la ribadiscono solamente, è necessario che diano un minimo appiglio alla destra, affinchè abbiano un certo appeal su certi spettatori. Mi spiego: uno che vota Popolo delle Libertà, che sa già cosa aspettarsi da un determinato programma perchè gliel'ha detto Berlusconi, non potrà mai e poi mai credere che qualsiasi cosa abbia fatto il governo sia completamente sbagliata, e non abbia fatto una cosa giusta. Insomma: come facciamo a portare prima di tutto spettatori ad Anno Zero, e in secondo luogo elettori a sinistra dello spettro? Cominciamo col dare a Cesare quel che è di Cesare: diciamolo se il Ministro all'Agricoltura ha fatto qualcosa di buono. Fa sicuramente bene a quelli di sinistra incazzati col paraocchi; e vedrete che magari - magari eh - anche quelli di destra cominceranno ad ascoltarti, perchè ti vedranno come effettivamente critico imparziale, e dunque la tua parola acquista maggior autorevolezza alle loro orecchie. Travaglio che parla bene del governo Berlusconi... fantascienza, vero?

martedì 30 marzo 2010

L'urna decreta...

Quel che non sono riuscito ad esprimere precedentemente in prosa e ho tentato di esprimere in immagini e istantanea, tento ora di specificarlo meglio in rima. E' diventata bella lunga: spero non vi annoi, ma che volete, o vi annoiate voi a leggerlo o mi annoiavo io a non scriverlo, sono al lavoro... quindi come si suol dire, meglio a voi che a me. Tra l'altro, domani è il mio ultimo giorno di contratto: si prevede un drastico calo di interventi sul blog, temo...


L'urna decreta solitario trionfatore
ma in pratica ognuno s' incorona vincitore.
I motti sovrastan i sorrisi e le bandiere
squallidi emblemi, fasulle figure
immolate a una misera eterna memoria
rimbalza tra orgoglio, arroganza e poi boria.


Si riscontra un criterio per interpretare
persin la fredda cifra d'una percentuale:
vera è sì alfine la nota convenzione
che in fondo matematica è solo un'opinione!

Quest'arte scompagina gli stupidi e stolti
li mescola a onesti a sprone di insulti
riesuma morti introversi e silenti
per mettergli in bocca opinioni attraenti
incuranti ed immemori dell'altrui modello
l'ignoranza è il più antico e severo flagello:

si fonde all'ignavia di proprie poltrone
piazzate dinanzi alla televisione
le immagini penetran persino il più acuto
e il proprio pensiero riman così muto.

E' nuova credenza che in democrazia
la colpa ricada un pò a mezza via
tra sciocchi che lasciano al proprio padrone
qualsiasi licenza e libera azione
e sciocchi che stuzzican proprio languore
con cariche aggiunte di nuovo spessore

gli stessi infine dicono che chi governa è specchio
d'un popolo ormai avvezzo a sostenersi su un ginocchio
che siamo schiavi e vittime di ciò che meritiamo
siam soggiogati e martiri di quello che scegliamo.

Rimembro a questi scettici che forse hanno scordato
cos'è democrazia quale forma d'uno stato
che maggioranza impone raziocinio e spiegazione
foss'anche aguzza e smilza la finale sottrazione:
incide assai poco se alfin la differenza
è misera ed esigua confrontata a minoranza.

Dunque rispettosamente provo a risarcire
l'immagine dei tanti che osaron dissentire:
coloro che governan se li sono meritati
soltanto gli individui che li hanno nominati!

Agli altri resta il fiasco d'una rappresentazione
che tenga affatto conto della loro posizione
per poi sentirsi dire quando tutto va in malora
che anch'essi sono degni dell'inetto che dimora
oppure se il governo fa qualcosa di decente
gli viene rinfacciato che non meritano niente.

Un cittadino non si può permetter l'imprudenza
d'essere in difetto della propria reverenza
e quando poi decidono che è meglio non schierarsi
d'ignominia e verecondia finiscono cosparsi.

E forse è proprio vero che persino i contenuti
di entrambe le compagini si sono un pò perduti
giungendo a coincidenza di molti degli aspetti
che in odierno passato decidevano i verdetti:
è un pò tutto più simile ad un supermercato
si simula di scegliere un prodotto ricercato

uguale a tanti altri che non sono poi diversi
e senza realizzarlo, ci siamo tutti persi
il labirinto è fatto da show televisivi
che vendono ammoniaca, sapone e detersivi.

In questo letamaio ormai in calcificazione
è facile trovarsi qualche giustificazione
sottrarsi dalla scelta, che forse non esiste
optar per defilarsi dietro a frasi qualunquiste
decider di non muoversi neanche d'una virgola
che tanto ogni fazione risponde a una sola regola

che è quella di coloro che detengon gli interessi
a cui tutti i politici rimangon genuflessi:
indugian malcelati dalle loro marionette
e intanto s'intrattengono a cambiargli le etichette.

Siamo sprofondati in una Torre di Babele
fatta di improperi, di risposte e di querele
in cui vige la legge di chi grida un pò più forte
di chi per primo riesce a sprangare le proprie porte
mettendosi al sicuro da un qualsiasi cambiamento
staccando la morale da qualsiasi turbamento.

Siamo prigionieri d'un inferno fatto a strati
con liste di iscrizione, bolli e certificati
incapaci di capir ciò che si può gettare via
dispersi dentro il limbo della burocrazia.

Null'altro posso dire che non scada nel banale
e già c'è sprofondato questo sproloquio verbale
è un piccolo compendio d'un quotidiano sfogo
d'avere sulle spalle un opprimente giogo
rimangon come al solito incertezze irrisolte
e sbagliando non si impara che a sbagliare due volte.

C'è poco da stare allegri...

... e vorrei veramente commentare i risultati delle elezioni regionali: avrei così tanto da dire... ma mi limito a questa affermazione: c'è poco da stare allegri, sia di qua che di là. Per il resto, forse un giorno mi tornerà voglia di parlare di politica: ma per ora sono abbastanza svuotato, e quindi mi fermo qui. Comunque sia, il bello è che in ogni elezione politica vincono tutti, secondo loro: insomma, vince l'amore.

E ora, un pò di flusso di coscienza ad immagini, tanto per cambiare. Trovate voi il filo conduttore.



















































sabato 27 marzo 2010

Altro enorme equivoco dei giorni nostri...



...sta nell'interpretazione della parola "beneficienza". Mi riferisco al fatto che cantanti, attori, scrittori e assortiti artisti del panorama internazionale spesso organizzano delle manifestazione di volta in volta in favore di minoranze disagiate o dei ricercatori che combattono la piaga del cancro. Totti scrive un libro di barzellette che impesta la mente di poveri minorati disadattati che decidono di comprarlo, ma tutti i proventi vengono devoluti in beneficienza all'UNICEF in favore dei poveri bambini africani che spesso si presentano così:
















Bono e più in generale gli U2 devolvono in beneficienza il ricavato dei biglietti VIP (?!) del proprio tour in favore della Global Fund, organizzazione che combatte l'AIDS. Bob Geldof organizza un evento musicale di proporzioni abnormi per sensibilizzare l'opinione pubblica intorno al problema del debito pubblico dei paesi del terzo mondo verso le potenze occidentali. Il magnate dei gioielli De Beers ha messo a disposizione il ricavato di una festa privata piena di modelle e quant'altro alla Naked Heart Foundation, che si batte contro il problema dei bambini poveri di famiglie disagiate russe. I gioielli De Beers sono una cosa parecchio ambita e preziosa, e si presentano così:





A Natale, Fiorella Mannoia, Jovanotti, Elio, Ligabue, Paola Turci e molti altri hanno sostenuto un concerto in favore di Emergency: i soldi che venivano incassati andavano devoluti immediatamente all'organizzazione di Gino Strada. Pochi giorni fa, s'è tenuto il Pokermania dei VIP in Italia: alcuni discutibili personaggi pseudo famosi si sfidavano sul tavolo verde, e il ricavato andava a Mediafriends, che si occupa di migliorare le condizioni igieniche per i bambini in Italia e nel mondo.
Potrei continuare all'infinito. Direte voi: che c'è di male? Al di là dello sbizzarrimento per cercare la causa migliore a cui dedicare la propria esistenza, assolutamente tutte ben nobili, vi invito a rileggete bene cos'ho scritto, e ditemi: cosa significa "il ricavato della manifestazione andrà devoluto a questa o quella organizzazione a scopo di beneficenza"? Significa semplicemente che i nostri soldi per vedere Pasquale Laricchia del Grande Fratello 7 o 8, mi si perdonerà l'imprecisione, calare un tris d'assi in finale contro Francesca Fioretti, ex fidanzata dell'ex vincitore montenegrino del reality più famoso d'Italia, andranno tutti a scopi umanitari. Un'organizzazione che altrimenti non avrei conosciuto nè foraggiato, grazie a Bono degli U2, avrà i miei soldi, e io mi posso pure sentire a posto con la coscienza.
Ma spiegatemi un pò: perchè Bono non devolve direttamente i suoi soldi a queste organizzazioni meritevoli? Perchè l'intricato giro della solidarietà deve far sì che il cantante del gruppo irlandese destini dei soldi che comunque andrebbero nelle sue tasche, per carità, ma che comunque sono miei senza che lui ci perda fondamentalmente un centesimo? Il bello di tutto questo è che poi fanno la bella figura delle persone importanti che cercano di sensibilizzare la gente intorno a problemi annosi. Certo, potrebbero sbattersene e non destinare niente a nessuna organizzazione che non sia la loro banca. Ma comunque il quesito rimane, anche perchè sì, una manifestazione come il Live Aid fa un casino di soldi: ma mai quanti ne potrebbero ricavare se tutti i cantanti dell manifestazione devolvessero la metà del loro reddito annuo direttamente alle casse di Emergency. Vi assicuro che l'economia del Congo ne gioverebbe parecchio: e non è che i cantanti a regalare metà del loro reddito se la passerebbero male, anzi...

Non che ce ne fosse bisogno...

...ma l'ennesimo caso di sciacallaggio mediatico a cui ho assistito mi ha fatto bene per rinfrescarmi la memoria su certi metodi di spettacolarizzazione della tragedia e esasperazione dell'evento: anche a livello locale, su giornali a scala non più che regionale, esiste questo vizio del giornalismo, che oramai, a corto di obiettività e di penne veramente degne, mira al populismo più gretto e al gossip più becero. Ormai, i giornali cosiddetti seri sono di livello non superiore a quello di Novella 2000: consiglio vivamente di smettere dunque di leggere i quotidiani e di farsi i cazzi di Belen Rodriguez. Almeno si sa che quello che si sta sfogliando è merda allo stato cartaceo, e non ha pretese di una qualsivoglia serietà.


Premessa necessaria: ieri vedo la foto di un mio ex compagno di classe in prima pagina sulla Voce di Forlì. La notizia non era delle più entusiasmanti: ragazzo piuttosto problematico ma in fondo piacevole e di spiccata intelligenza, era praticamente scappato di casa a bordo di uno scooter Malaguti senza dare notizia di sè per una decina di giorni. Una prima pagina, mica una colonnina: mi aspetto chissà quale articolo all'interno, e apro curioso il quotidiano. All'interno, niente più che poche righe che dipingevano il ragazzo come un alienato senza amici, con evidenti problemi relazionali: a condire il tutto per benino, una sua foto che più brutta non si può, con lui in ciabatte evidentemente preso di sorpresa dall'obiettivo che lo scopre impietosamente spaesato. Tanto basta per fare di una persona un alienato: è evidente che chiunque abbia letto l'articolo, di una inconsistenza più unica che rara, abbia fatto caso all'istantanea e abbia pensato tutto il peggio possibile.
















Il giorno dopo, l'allarme rientra: insospettito da tanto clamore - s'era addirittura mossa la trasmissione decennale "Chi l'ha visto?": mi son sempre chiesto quand'è che faranno "Chi l'ha perso?", in teoria altrettanto importante - il proprietario di un albergo in cui alloggiava il ragazzo a Pesaro ha chiamato la Polizia, la quale ha avvertito i genitori, i quali se lo sono andati a riprendere. Lo "smarrito", che poi tanto smarrito evidentemente non era, s'è giustificato con l'unica frase sensata all'interno d'una vicenda che più scriteriata non si può. Interrogato sulle ragioni della sua azione, avrebbe affermato:



"Avevo voglia di starmene un pò solo, lontano da casa".



Leggendo l'affermazione, mi sono detto: e quale altro mai potrebbe essere il motivo di scappare a Pesaro in albergo? Tra l'altro usando un bancomat, e quindi essendo facilmente rintracciabile: fosse stata una scelta di vita, l'avrebbero ritrovato in Brasile, mica a Pesaro.

Ma un'affermazione del genere evidentemente ha deluso gli scribacchini. Convinti che avrebbe dovuto risolversi in maniera più spettacolare, e non con un banale "volevo starmene un pò da solo", si sono ribellati alla grande alla realtà dei fatti. Prima pagina del Corriere oggi:

"Già finita la fuga-farsa di Camporesi".

La fuga-farsa?! E perchè mai avrebbe dovuto essere una farsa, perchè semplicemente voleva starsene da solo e s'è risolta prima dell'intervento dei segugi da tartufo di Chi l'ha visto? Ma cos'è, scherziamo? Con un briciolo di delusione, la Voce constata che tristemente la risoluzione dell'accaduto è avvenuta in pochissimo tempo, non c'è scappato il morto, Camporesi se ne stava tranquillo in albergo in preda ai suoi velocissimi pensieri sempre un pò schizzati. Ma che ne sapete voi di cosa gli gira per la testa? Niente: siccome non stava scappando, avendo realizzato da un pezzo che non si scappa al proprio cervello e alla propria persona, ma stava semplicemente prendendosi una pausa dalla realtà di solitamente lo circonda, la sua fuga può essere chiamata a buon diritto una farsa.


Per tutti coloro che non masticano National Geographic e si addormentano di fronte ai documentari di Quark, l'animale incravattato qui sopra non è un lupo, bensì uno sciacallo. Assieme agli avvoltoi, è comunemente conosciuto perchè si avventa sulle carogne degli animali morti o feriti, scarnificandone e spolpandone le ossa. Nel linguaggio comune, si fa rimerimento allo sciacallo per identificare persone che traggono beneficio da disgrazie altrui.
State attenti: il giorno in cui avrete voglia di starvene tranquilli lontani da casa, soli con i vostri problemi e i vostri pensieri, ci sarà una trafila di rispettabili signori che vi bollerano come alienato e malato di mente. Ho amiche che hanno studiato da psicologhe, e a loro rivolgo questa domanda: che l'hanno presa a fare la laurea?
In conclusione: lui ha fatto la figura del cretino che scappa senza neanche fare una fuga suicida per il verso, l'Unicredit è stata elogiata perchè instaura un rapporto talmente stretto col cliente che se succedono di queste cose e usa un bancomat di quella banca lo ritrovano subito. Praticamente abbiamo il codice a barre: viene impedito alla gente di fermarsi un attimo a riflettere. Che mondo è quello in cui viene annichilito l'individuo ed elogiata una cazzo di banca? Un mondo di merda, date retta a me...

giovedì 25 marzo 2010

Intorno al video dei Verve...

...e più specificatamente Bittersweet simphony, mi sento di fare un paio di considerazioni inutili per ingannare il tempo.


1. Se uno si mette a fare a spallate per la strada contro la gente come fa Richard Ashcroft, scommetto quello che volete che non arriva molto lontano. Notate una cosa: mai che gli venga incontro una bestia che ha perso la strada del Bronx ed è finito chissà come nelle strade bene di New York: solo signore che si frugano nella borsetta per cercare dove diavolo è finito il Tampax interno. Facile così: prova ad andare addosso a Chuck Norris, e vediamo se fai ancora il galletto. Tenete conto che il cantante non sembra che pratichi palestra o faccia alcun esercizio ad eccezione del consumo smisurato, smodato e accanito di sigarette.


















2. Ogni volta che vedo delle comparse, mi faccio delle domande. Per esempio: la ragazza piccolina che sculetta e squadra Ashcroft da capo a piedi che sembra che se lo voglia spupazzare sul marciapiedi, o quella che si incazza giustamente a morte perchè il cantante gli ha camminato sopra il cofano della sua macchina pidocchiosa. Che fine hanno fatto? Hanno fatto altro nella loro luminosa carriera, o ingiustamente sono state accantonate e dimenticate? E quando vanno a bere qualcosa con gli amici, quando qualcuno le avvicina, si bullano di aver fatto spettacolo con chi le va ad intortare? Qualcosa del tipo:

"Ci siamo già visti da qualche parte?"

"No, non direi..."

"Ma sì... eri forse alla festa in piscina di John? Ti ho visto là?"

"Non conosco nessun John."

"Eppure da qualche parte ti ho già visto..."

"Bè, forse... ho fatto una particina nel video dei Verve. 5 secondi. Facevo l'incazzata. Ashcroft è molto più bello dal vivo. Ci ha provato, ma io ho detto di no: sono una ragazza seria, non mi interessa far la groupie. Abbiamo limonato e basta."

"Ah ma sì!!! Ecco dove ti ho già vista! Sei una star! Scopiamo?"


3. Il finale conferma ciò che sospettavo: tutti escono fuori da una strada secondaria - forse usciti da un ristorante cinese dopo pranzo - e imbolsiti si riuniscono ad Ashcroft, presente? Per almeno dieci secondi possiamo notare tutti i membri del gruppo. Più o meno così:



Alzi la mano chi ha mai fatto caso a qualcun'altro che non sia quel malnutrito di Ashcroft. E adesso non vale rimettersi a guardare la foto per notare gli altri: non mi fregate con sti trucchi. Perchè per una rock band vengono scelti personaggi assolutamente inutili, facilmente dimenticabili e intercambiabili? Semplice: a meno che la band non diventi una roba incredibile a livello planetario, gli altri componenti del gruppo non si devono riconoscere, così se gira al cantante o alla casa discografia si possono rimpiazzare, metterci altre 5 comparse vicino a Ashcroft e sono ancora i Verve, quelli di Bittersweet simphony, e non il semi-sconosciuto Richard Ashcroft assieme ad altri molto-sconosciuti suonatori.
E comunque è una cosa che si applica facilmente anche alle band di maggior successo, ovviamente: quelle in cui anche ai mestieranti dietro ad uno strumento viene appiccicato un nome e cognome che qualcuno conosce. Pensate: se Bono esce dagli U2, e fa un gruppo assieme agli N'Sync, o come diavolo si scrive, i nuovi componenti non smettono di essere N'Sync e diventano U2? Certo che lo diventano: così possono cantare le canzoni degli U2 e non quelle degli N'Sync, e c'è un bel cazzo di differenza se mi permettete. E ragionando al contrario, alzi la mano chi ritiene che i Queen siano sempre i Queen con un perfetto sconosciuto alla voce al posto di Freddie Mercury. Altro esempio: quando quel bollito di Ozzie Osbourne fu cacciato dai Black Sabbath, in concerto continuò sempre a fare le canzoni dei Black Sabbath; pensate che se venisse cacciato il batterista, potrebbe fare altrettanto?
4. Se ve lo stavate chiedendo, sì, la canzone mi piace.

martedì 23 marzo 2010

Sarà capitato anche a voi...

...di avere un casino in famiglia... no beh, non era così che volevo iniziare questo post, e quindi vi risparmio come andava a finire questa filastrocca sconcia imparata alle elementari che il mio stream of consciousness mi ha per caso fatto venire in mente. Beh comunque, ecco come volevo iniziare: sarà capitato anche a voi di pensare ad una certa contraddizione non riuscendo a venirne a capo. La chiamo contraddizione per essere diplomatico: fossi ingenuo la chiamerei idiozia, ma purtroppo non è nè l'una nè l'altra.


Perchè la religione, e le lobby religiose, si schierano storicamente a destra dello spettro politico? No perchè non esiste una cosa più idiota di questa se ci pensate. Ammesso e non concesso che abbia ancora un senso parlare di destra e sinistra al giorno d'oggi - non credo ma fa niente - la destra - non solo a livello nazionale ma è così anche negli altri paesi - difende i grandi interessi di questi signori qui:















In effetti nella foto potete notare un signore incravattato che prega un Signore non incravattato - almeno spero - di far piovere quattrini a Wall Street, altrimenti con sta crisi anche il primo diventerà un signore non incravattato ma sicuramente con meno potere del secondo. Contorto vero?

La sinistra in teoria è quella che difende gli umili, i poveri, gli oppressi. Si presentano pressapoco così:













La distinzione tra le due correnti politiche è ovviamente semplificata, trattandole inoltre come due blocchi ben omogenei quando omogenei non sono affatto: ma via, se dovessi spiegare tutto, non mi basterebbe un libro, altro che un blog. Quindi mi passerete la semplificazione, oppure cavoli vostri: tutt'al più, leggete il testo di "Destra Sinistra" di Gaber, che è splendido, a questo indirizzo qui.


Ora: mi spiegate qual è la parte nella Bibbia in cui Gesù dice "andate e moltiplicate il vostro gruzzolo in Borsa" o "beati i ricchi poichè loro è il regno dei cieli"? Al contrario, se ricordo bene, affermava che "è più facile per un cammello passare dalla cruna di un ago che per un ricco entrare nel Regno dei Cieli". Era proprio incazzato contro gli incravattati, il buon Cristo. E d'altronde, si circondava di storpi e prostitute, non certo di manager e escort.

Dunque? Beh, diciamo che il comunismo ha fatto la sua parte: davvero, Carletto, perchè non ti sei appropriato della religione piuttosto che rifiutarla in toto? In fondo, il modo in cui vivevano gli apostoli è quanto di più simile a una Comune. Perchè non ha tentato di scindere i personaggi della religione - Dio, Gesù, Madonna e affini - dai luoghi in cui tali personaggi venivano effettivamente idolatrati - le chiese? In fondo, molto probabilmente Marx e in generale i comunisti ce l'avevano più con la Chiesa nel senso di Società per Azioni che con Gesù. E sta proprio qui il punto: nel momento in cui anche la Chiesa ha scoperto che conveniva accumulare terreno, beni e possedimenti vari ed eventuali, probabile che sia stato lì che ha cominciato a scivolare verso destra; a quel punto Marx li ha scoperti, si è incazzato e non ha capito più niente, per fare una breve sintesi ipotetica o ipotesi sintetica.


E ancora, pensate ad uno degli slogan di cui si riempiono la bocca i nazionalisti, notoriamente una corrente di destra: Dio e Patria. Non è un ossimoro se ci pensate? E' fondamentalmente unire due concetti opposti: Dio è onnipresente, da lui deriva ogni forma di vita nel pianeta, non c'è un termine più onnicomprensivo di questo. Mentre non c'è un termine più esclusivo, più chiuso, più elitario di quello di Patria, intesa come stato-nazione, con un territorio ben delimitato popolato da un'etnia particolare con origine, storia e valori unici e condivisi. In teoria, non si potrebbe essere nazionalisti e allo stesso tempo religiosi, alla luce di ciò; così come non si può essere tolleranti, favorevoli al multiculturalismo e all'unione dei vari popoli - concetti prettamente comunisti - senza abbracciare valori specificatamente cristiani. Se così è, allora come mi spiegate questo?



Rispondo io con una provocazione:


domenica 21 marzo 2010

Non è che portando le cose...

...all'estremo e all'ennesima potenza vengano fuori prodotti migliori. L'hanno detto questo a Bill Guttentag? Voi direte: chi diavolo è Bill Guttentag? Ha un nome mezzo inglese e mezzo tedesco che se lo traduci in italiano viene più o meno: Guglielmo Buona Giornata. In realtà è un regista che ho anche scoperto aver vinto l'Oscar per ben due volte: sempre con dei documentari, ma è comunque un pluripremiato. Il problema è quando si smette di fare la propria specialità, e inizi a fare film che hanno pure delle pretese.

Sto parlando di "Live! Ascolti record al primo colpo". Ovviamente, quel pervertito che traduce i titoli dei film dall'inglese all'italiano non s'è sprecato e c'ha voluto piazzare la battuta, ma via, vista la serietà del film gli faccio i complimenti, così almeno in Italia si capisce che è un esempio dei più classici di film spazzatura che ogni anno fanno la strada dall'oltreoceano a qua. Il film narra di un reality show con 6 concorrenti che dà a 5 di loro 5 milioni di dollari: il sesto, invece, viene ucciso, perchè si tratta della più classica roulette russa, quella del "Cacciatore", quella dei 5 colpi a salve e uno caricato per davvero. Ci si punta la pistola alla tempia, si preme il grilletto e tanti auguri. Si presenta pressapoco così:













Il problema dei film sui reality show, è che gioco forza si vanno a confrontare col capostipite e forse più bello - almeno secondo me: sto parlando ovviamente del Truman Show, dimenticato delinquenzialmente agli Oscar con un Jim Carrey che è una roba spettacolare. Comunque, torno al discorso di apertura: non è che, perchè fai l'ennesima denuncia contro quei furti di neuroni legalizzati che sono i reality show odierni portando il concetto all'estremo, il senso della denuncia cambia. Quel che vuoi dire rimane uguale: un messaggio detto, ridetto e stradetto. Semmai, hai voglia di far dei soldi mettendo il faccino di Eva Mendes davanti allo schermo tanto per accontentare i feticisti, e vuoi scandalizzare spostando il concetto da "controllo televisivo della vita di una persona" a "controllo televisivo della morte di una persona". Si presenta come cinismo: in realtà è solo furbizia.

Dunque, se mai vi fosse passato per la testa di darci un'occhiata, vi risparmio tempo ed energie: quello che muore è quello con la ragazza giovane e alla fine sparano anche a Eva Mendes che è la creatrice dello show che fino a un attimo prima, avendo visto la morte in diretta, s'era ricreduta sulla bontà dell'idea. Ben fatto, Eva: e complimenti per il tempismo.

E non arrabbiatevi se vi ho detto come va a finire, perchè credetemi vi ho fatto solo un favore.

venerdì 19 marzo 2010

La gente deve aver scambiato...

...Fabio Volo con Oscar Wilde. Ciò risulta evidente se come me siete dei buoni osservatori e soprattutto dei discreti cagacazzi. Mi son convinto che ci sia un forte equivoco in atto, semplicemente dando un'occhiata ai gruppi a cui la gente si iscrive su Facebook. Forse avete ragione: dovrei passarci meno tempo. Ma siccome una parte del mio lavoro consiste anche nello stare su Facebook, almeno lasciatemici trovare i lati positivi. Comunque: è indubbio che il social network rappresenti bene il mondo, o per lo meno una cospicua parte di esso. Per analogia, si può dire che gli italiani iscritti a Facebook rappresentino più o meno fedelmente un campione piuttosto vasto di ciò che è l'Italia in questo preciso momento storico: dunque, ciò che pensa, ciò che ritiene importante, ciò che fa.


Se siamo d'accordo su questa non indispensabile premessa, allora dovete convenire che, se c'avete fatto caso, una percentuale forte di persone si iscrive a gruppi di aforismi coniati da Fabio Volo. In un certo senso stimo Fabio Volo: o per lo meno, lo ignoro senza farmi venire nemmeno troppa orticaria. Si presenta pressapoco così:




















Se non si fosse capito, questa è una foto di Fabio Volo, e non dell'orticaria. Comunque.

Dandogli il beneficio del dubbio - d'altronde, non mi ha fatto niente di male - sono pressochè convinto che non sia poi colpa sua se è stato preso come un pozzo di saggezza. L'ex comico delle Iene in fondo non ha fatto niente di troppo diverso da ciò che altri ex comici han fatto prima e dopo di lui: specificatamente, cavalcare l'0nda del successo mediatico finchè durava riempiendo librerie e cinema di opere letterarie. Diciamo che la celebrità di Fabio Volo è più o meno paragonabile a quella della Litizzetto: come Luciana, la sua fama è durata di più perchè si è scoperto un briciolino più talentuoso dei vari comici che passano da Zelig che riempiono i cassonetti della nostra mente di immondizia indifferenziata fatta di carta straccia, film di serie zeta e tormentoni.

Però suvvia, non esageriamo. Non posso fare a meno di pensare che una tale autorevolezza di pensiero non venga tanto da quanto gli aforismi di Volo siano illuminanti, quanto piuttosto da quanto la nostra pigrizia mentale ci induca a leggere più volentieri i libri che mi consiglia l'Euroclub - vedi un post o due più in basso - invece di Gogol, di Vonnegut, di Pessoa o Pirandello, per citare solo i primi che mi passano per la testa. Non è che Gogol sia meno illuminante di Fabio Volo: anche solo il prenderlo in considerazione mi fa rabbrividire. E' che siamo - mi correggo, siete - più portati ad ascoltare il comico sospinti da un'ignoranza conquistata a fatica ed ora sbandierata ai quattro venti come un vessillo di cui andare fieri. Più o meno così:





















"Cambia posto al cuore con il cervello: impara a pensare con il cuore e ad amare con la testa"; "Ricordati, la vita è una malattia mortale, per cui bisogna godersela. Oggi stai bene? Approfittane!"; "Spesso si vive come se fosse per sempre e ci si dimentica degli attimi.". Cosa c'è di così illuminante in queste frasi?


Ci sono frasi che sembrano come definizioni: le leggi, e in quel momento hai la sensazione che nessuno potrebbe mai aggiungere o togliere qualcosa senza renderla incompleta o ridondante. Ed è come se da qualche parte tu sapessi che c'era questa definizione: ti basta trovarla per capire che c'è sempre stata e sempre ci sarà, perchè nessuno può dirlo meglio di così. Ecco: questo non vale per ciò che dice Fabio Volo. Ogni volta che leggo quello che scrive ho la netta sensazione che qualcun'altro ha sicuramente saputo dire ciò che lui intendeva affermare in maniera mille volte migliore. Senza offesa per Fabio: penso che pure lui non si reputi l'esempio migliore di "caso letterario" da seguire. E infatti questo non è un messaggio diretto a lui, ma a coloro i quali si fermano alle sue frasi e pensano: "Santo Dio quant'è fico quello che dice". Ragazzi: non smettete mai di cercare, e non impantanatevi in ciò che scelgono i media per voi. E' la cosa peggiore che potreste fare a voi stessi.

mercoledì 17 marzo 2010

Sempre a proposito dei gruppi di interesse...

...di cui ho discusso qualche giorno fa - vedere per credere il post riguardante i ciccioni - ho scoperto perchè Forlì è un paese per vecchi. A Forlì fortunatamente non c'è ancora la lobby dei grassi: sono orgoglioso di annunciarvi che McDonald's ha sì colonizzato la mia città, ma non prima di aver assistito all'indubbio smacco della chiusura di uno dei due punti instaurati in città per mancanza di clienti. E' sopravvissuto solo il McDrive, sicuramente per la curiosità e la novità che comporta nella mente di un romagnolo il fatto di essere servito nella sua stessa automobile, che rinomatamente diventa un tutt'uno con le sue membra venendo utilizzata anche per andare al cesso a pisciare: a testimonianza di ciò, si veda la fotografia qui di sotto.














Comunque. A Forlì non esisterà la lobby dei ciccioni, ma quella degli anziani sì. In un periodo in cui manca talmente lavoro che pure gli hobby son diventati un lusso, si cerca in qualsiasi modo di non far mancare l'orticello da far curare ai vecchi, altrimenti finisce che stanno troppo coi nipoti, gli allungano troppo Toblerone, e finiscono con l'essere tutti obesi: e dopo occorre pure la lobby forlivese degli obesi. Discutendo con Gabriele, un dirigente della FulgorLibertas Forlì, società di pallacanestro in cui ho appena assunto l'incarico di addetto stampa, non sono riuscito a non fargli notare come in giro per palazzetti ci sia precipuamente gente giovane addetta all'accoglienza dell'utenza, mentre al Villa Romiti sembra di entrare sul set del film "2001: Odissea nell'ospizio". Voglio dire: mica solo nei palazzetti è così. Non ho mai visto una maschera a teatro, ad esempio, che sono quelli che vi accompagnano ai vostri posti numerati prima dello spettacolo, più vecchia di 40 anni: questo forse per evitare la notevole scomodità di portarla in ospedale col perone fratturato ogni qual volta inciampi perchè il pavimento è in discesa. Per la cronaca, i pavimenti a teatro sono in discesa per agevolare la vista anche agli spettatori più sfigati: d'altronde, ho scoperto a Parigi, con mio grande stupore, che anche alcune camere d'albergo possono avere il pavimento in discesa, ed effettivamente di questo mi sfugge l'utilità. Comunque.


A suo tempo, quando scrissi sul sito per cui collaboro l'annoso problema degli anziani all'ingresso del palazzetto, ricevetti via mail una risposta di uno dei suddetti - evidentemente erudito all'uso di internet dal nipote - che protestava verso il mio denigrarli: non si poteva prendere in giro una passione che dura da più di sessant'anni. Anche Gabriele mi ha fatto notare che ho ragione, che qualche topa spalancata e un paio di modelli all'ingresso renderebbero il tutto un minimo più coreografico. D'altra parte, mi ha anche avvisato dell'impossibilità della cosa, perchè la lobby dei vecchi già in passato aveva protestato: insomma, pari opportunità pure a loro.












Queste sono le allegre signore attraenti attirate dal fascino irresistibile dei dipendenti del Villa Romiti. Va bene che dopo figoni impomatati e troie assortite pure la De Filippi ha deciso di puntare sulla simpatia degli ultrasettanteni; e pure io adoro i miei nonni, i vecchi che scatarrano, quelli che osservano gli altri giocare a carte e così via. Però suvvia signori: quando si parla di marketing, certe considerazioni dovrebbe essere tenute in secondo piano.


Dunque, la mia proposta: prendiamo i figoni e le troie sfrattate dal marito di Maurizio Costanzo, e diamogli in cambio i nostri geriatri. Secondo me, ci guadagnamo tutti e due: e manco la lobby degli anziani dovrebbe essere adirata. In fondo, a vedere le partite di basket c'è pure chi si addormenta: scommetti che dalla De Filippi rimangono belli svegli e arzilli?

lunedì 15 marzo 2010

Avere un profilo di Facebook...

...che non corrisponde al tuo offre innumerevoli vantaggi. Sapete, sono uno degli amministratori dei Facebook del Comune di Forlì e dell'Informagiovani del Comune di Forlì, nonchè il creatore: mi sento molto Christov, alias Ed Harris nel Truman Show. Qual è l'utilità di avere un profilo Facebook dell'Informagiovani del Comune di Forlì, e perchè uno dovrebbe diventarne amico, vi starete domandando. In entrambi i casi la risposta è semplice: per il gusto di averlo e uno non dovrebbe esserci amico. Ok, in realtà, è stato creato per offrire ricevimento e assistenza online - sulla chat, per intenderci - di modo che la gente pensi molto bene di noi e del servizio che offriamo, comodo indolore e direttamente da casa loro. Cerchi un'offerta di lavoro? Ti diciamo se in questo periodo c'è qualcosa. Vuoi sapere se è partito un corso di formazione per pulitori di culi di scimmie urlatrici al Circo Pace & Bene? Se rimane in linea 5 minuti controlliamo.

Problema n. 1: ci scrivono 3 persone in croce al mese. Ed è pure comprensibile: la maggior parte della gente che viene qua, se ha bisogno di lavoro, non ha tempo da perdere su Facebook; inoltre, la maggior parte della gente che viene qua son stranieri o giovani. Gli stranieri probabile che non abbiano nemmeno un pc a casa; i giovani lo usano per cose più costruttive come masturbazione olimpionica, chattate da competizione e carriera di Football Manager 2010 giunta al 2057, in questo modo qui:














Problema n. 2: se ti serve un profilo per chattare con gli utenti, perchè devi usare Facebook? Perchè non Skype o Msn? Questo è l'handicap a cui son sottoposti coloro i quali, attempati poco avvezzi all'uso della nuova tecnologia, sentono dal telegiornale la novità del mese: fanno scelte poco comprensibili e d'utilità pari a zero pur di dare la sensazione d'essere al passo coi tempi. Il vero assurdo sorge quando una di queste persone gestisce il settore comunale legato alla comunicazione, ai giovani, ai media, all'uso di internet. Comunque.

Visto che sono in acido - non nel senso che ho preso l'ecstasy, nel senso che sono fondamentalmente più acido di uno yogurt andato a male nel 2008 - approfitto di questa cosa e mi metto a guardare cosa posta gente a me sconosciuta e di cui sarei in maniera molto teorica al servizio, così imparano ad inviare la richiesta d'amicizia al profilo dell'Informagiovani solo per puro gusto dello sprint nella casella numerica degli amici. Lo yogurt è un prodotto che si beve a base di bacilli, il più curioso dei quali è il bifidus actiregularis. Il bifidus actiregularis è una cosa che si trova nell'Activia e fa cagare Alessia Marcuzzi che è una meraviglia. Non trovando in natura una foto di questo bifidus, vi posto la foto dei bacilli:















Oops, mi son confuso: capita. Comunque, via alle prese per il culo.

Stefano Montanari si iscrive al gruppo: "Non c'è cattivo più cattivo di un buono che diventa cattivo". Continua con le droge, Steve: sei già un bel pezzo avanti.

Secondo Celeste Giovannetti "se le donne fossero al potere si starebbe molto meglio". Forse per 25 giorni al mese. Durante i restanti capace che s'attacchi in blitzkrieg lo Swaziland.

Roberto Casadei fa a gara con i minuti che passano per raggiungere il record di gruppi idioti nel minor tempo possibile. In uno ti viene chiesto di adottare un cane portatore sano d'allegria e di pulci sulla tua bacheca; in un altro devi adottare un bambino "sfrattato"(?!) che ti promette di essere buono; in un altro un gatto fa esercizio per dimagrire. Ha una bacheca che sembra un ricettacolo di vari tipi di schizofrenia: ricovero coatto.

Alessandra Inguaggiato approfitta per fare un pò di pubblicità a Gesù Cristo, che non fa mai male: d'altronde i responsabili del marketing del figlio di Dio stanno facendo casini su casini. Ora c'è il tamagochi che recita assieme a te il rosario, il gioco della Wii della Bibbia, e pure la Disco-Madonna, che non è Veronica Ciccone bensì un'icona della Madre di Gesù che si trova all'uscita di Santa Maria Novella - e fondamentalmente in ogni dove: è onnipresente - con le lucine stroboscopiche e quant'altro. Giuro che non sono cazzate: il tamagochi con rosario digitale incorporato si presenta così:
















Venturi Filippo sarebbe già passibile di scherno per avere invertito nome e cognome: non contento, consiglia a tutti noi di infilarci, in un esercizio estremo di auto-maso-erotismo, la nostra stessa testa nel nostro stesso sfintere, per dire "stronzate a circuito chiuso". Spero che ci darà il buon esempio.
Diciamo che per oggi lo sputtanamento finisce qui: ma siete avvertiti, oh voi poveri mortali iscritti al Facebook dell'Informagiovani del Comune di Forlì...

sabato 13 marzo 2010

Mi è bastata un'ora e mezza...



...di vasca in centro per tornarmene a casa con un paio di considerazioni che ritengo vagamente importanti per la mia persona. Preambolo per creare suspence: ero appositamente andato in piazza non per ammirare la bella gente che ci gira e per farmi ammirare, come diceva Leopardi nel "Sabato del villaggio", ma semplicemente perchè sono venuto a conoscenza di un modo per cambiare le selezioni che "Euroclub", in maniera dittatoriale, senza chiedere il mio consenso nè la mia opinione, sceglie per me trimestralmente. Euroclub non è il circolo di Monet, Mazzini o Schuman, bensì una specie di azienda che ti spedisce libri a casa: ora, se avessero continuato a chiamarmi per chiedere cosa volevo leggere, non sarebbe stato un grosso problema rimanerne socio. Il problema nasce quando questi lungimiranti sapientoni decidono di sana pianta senza consultarmi che Oriana Fallaci, Isabel Allende e Francesco Totti siano di mio gradimento: da un anno e mezzo non apro i libri che mi mandano, che son rimasti rigorosamente incellophanati e intonsi rinchiusi in garage. Ora, essendo venuto a conoscenza che possono essere cambiati, ho fatto la scorta di dvd, visto che il livello letterario all'interno del luogo in cui offrono questo servizio è pari a quello dei libri citati sopra: ovviamente basso, e mantenuto ad hoc tale perchè altrimenti ci rimetterebbero. Comunque, è tempo delle mie considerazioni.


Considerazione n.1: sono straniero nella stessa terra che ha ospitato le mie membra per 28 lunghi anni. In un'ora e mezza di passeggiata ho incontrato solo una persona che conoscevo, e mi ha pure stupito perchè pensavo fosse a Milano. Il buon Cesare Pavese una volta disse una cosa che mi illuminò: "Un paese ci vuole, non fosse altro per il gusto di avere un posto dove tornare". Cesare Pavese è stato un grande scrittore italiano, morto per aver ingerito volontariamente 16 bustine di sonnifero: si vede che voleva un sonno pesante. Si presentava così:
















Buon vecchio insensato suicida d'un Cesare, ti vorrei chiedere una cosa personale. La frase citata qui sopra, avrebbe ancora un senso in un mondo fatto di paesi che cambiano a velocità esponenzialmente maggiore di quanto ti divorino le rughe? Sarebbe ancora intatto il gusto di tornare in un posto che fondamentalmente non riconosci più? Tu dicevi bene: male che vada, laddove tornavi mancava giusto un qualche vecchio al bar che aveva ceduto il capo agli anni, sostituito da quello che di solito rimaneva in disparte a guardare la briscola a commentare come Guido Meda fa col motociclismo; magari qualche bambina era diventata grande, ma sapevi comunque chi era e di chi era. Oggi son tornato in centro per la prima volta dopo tanto tempo per piacere personale - e per sbrigare appunto le pratiche di cui sopra - e non per lavoro, solo per scoprire di non conoscere nessuno. E va bè.


Considerazione n.2: continuo a non capire i giovani d'oggi. I casi sono due: o la forbice in termini d'età tra me e loro si sta allargando troppo e assomiglio sempre di più a un vecchio acido scatarroso, oppure loro son sempre più scemi. Uno in particolare ha attirato la mia attenzione: aveva i capelli che mi hanno ricordato i camion-vela. I camion-vela son quelle automobili con attaccate a mò di rimorchio la pubblicità di un evento, di un personaggio, di un prodotto e così via. Girano instancabilmente per la città di modo che il maggior numero di persone legga il messaggio che c'è scritto, e si presentano così:


Girate questo trabicolo per il verticale e avrete una stima pressochè realistica dei capelli di questo poveretto. Un'altra stima pressochè realistica del futuro che ho fatto è che crescerà in maniera esponenziale il numero di pelati nei prossimi dieci anni, se continuano a pasticciarsi i capelli in quel modo.
Considerazione n.3, direttamente legata a quelle sopra: il giorno in cui me ne vado da qua, capirò sempre meno la città dove son nato, e ho paura che sarà sempre minore il desiderio di tornare. E' una diretta conseguenza di ciò che ho detto.
Considerazione n.4: il giorno in cui me ne vado da qua, per caso dimenticherò di comunicare il mio nuovo indirizzo ad Euroclub. A quel punto, saranno cazzi dei miei genitori, e che se la vedano loro con questi cialtroni...

giovedì 11 marzo 2010

Come reazione all'uscita...

...di Alice in Wonderland di Tim Burton nelle sale, oggi mi son comprato il libro che contiene sia Alice nel Paese delle Meraviglie sia Attraverso lo Specchio, che tra l'altro forse è il vero capolavoro tra i due. Era pure in offerta: e ci mancherebbe, quelli della Mondadori sono dei marpioni, figuriamoci se si lasciano scappare l'occasione di rimettere sul mercato un grande classico più che mai pubblicizzato dal film del regista "gotico". Però, attenzione: il buon Burton ha fatto un sequel ampiamente personalizzato pochissimo inerente al racconto, e lì comincia il rumore in lontananza di unghie sulla lavagna.



Caro Tim: ti ho appoggiato per parecchio tempo, ma sto giro si sente lontano un chilometro che hai pestato una merda. Colui che pesta una merda di solito non ha gran piacere di farlo, ma lo fa incidentalmente: la scarpa che calpesta distrattamente l'escremento si presenta pressapoco così:




















Prima cosa: gli attori. Basta, bisogna che vari un pò, altrimenti la gente penserà che ti diverti a fartela col buon Johnny, o peggio, ti sollazzi a guardare Johnny che se la fa con la brava vecchia Helena. A proposito di tua moglie: ricorda sempre di più Nicoletta Braschi, e questo è tutt'altro che un bene. Non d'aspetto, sia chiaro: la moglie di Benigni è leggermente più vecchiotta, meno "gotica", e in fin dei conti possiamo anche dirlo, meno carina della tua. Però hanno una cosa che le accomuna: probabilmente, senza il talento del maritino, farebbero fatica a trovar da lavorare. La musa di Benigni recita peggio del bacchetto di legno racchiuso dentro il ghiacciolo, utilissimo a pulire le scarpe dalla merda che si calpesta - Elio docet - e si presenta pressapoco così:

















Helena, non me ne vogliate, mi pare abbia più o meno lo stesso talento: campa su un film leggermente sopravvalutato - spero che non sia alle orecchie dei miei pochi utenti una bestemmia - come Fight Club, sulla sua immagine "gotica" e, appunto, sul vostro matrimonio. E Johnny mi sa che comincia a dimostrare qualche crepa a 46 anni suonati: gran figo, ma più o meno gli fai fare sempre la stessa particina...



Secondo: parlando un pò con le persone in giro, si sono un pò rotti del termine che ho poc'anzi ripetuto intenziolamente più volte. "Gotico". A lungo andare, se le ambientazioni son sempre quelle, se la morale della favola è sempre quella, il giochino un pò stanca.



Terzo: ti accanisci con un classico che tutti noi abbiamo conosciuto sin da bambini. Occhio perchè è un campo minato... anzi, è un campo di mucche, e di merde ce n'è parecchie da pestare da quelle parti...



Firmato: un tuo grande estimatore che ha voglia di romperti un pò le palle. Non è detto che non verrò a vederti al cinema: dico solo che per una volta mi è venuta più voglia di libri che di grande schermo, e almeno di questo dovrei esserti grato. Se non fosse uscito il film magari non mi veniva in mente di rileggere il libro, e se non fosse uscito il film probabilmente non veniva in mente ai capi della Mondadori di venderlo a prezzo scontato. 7,50 euro per due storie non è mica male.



ps. detto per inciso, non è possibile che, se è l'alter ego inesistente di Edward Norton, Brad Pitt possa aiutare il protagonista a rubare il grasso delle ciccione che si fanno la liposuzione attraversando la rete e lanciando i sacchi di lardo dall'altra parte dove c'è Norton ad aspettare il lancio. E questa è solo una delle grandi incoerenze del film; e le incoerenze sono solo una delle ragioni per cui il film secondo me è sopravvalutato. L'altra è la filosofia facilona/anti-new age che pervade la pellicola; ma magari ne parlerò più diffusamente in altri post va.

Oggi ho coniato...

...un nuovo termine che è un ibrido inglese-italiano: siccome l'inglese è tanto di moda, direi che chiudendo il sillogismo io sono tanto di moda. Comunque: la parola è "fuckedino", letto per gli italiani dall'irriducibile accento "facdino". Il fuckedino altro non è che un semplice facchino; un facchino altro non è che un semplice addetto al recapito di materiale voluto da altri in sede d'altri. Un facchino fucked altri non è che un facchino che di solito non sarebbe addetto nonchè avvezzo all'arte di facchinare (?) ma lo fa perchè gli viene chiesto/comandato. E' un mestiere nato di recente, e l'ho sperimentato sulla mia pelle stamattina. Ecco come si presenta un facchino:


















Ecco invece come si presenta un fucked:



























Lascio alla vostra fervida immaginazione la commistione dei due generi. Per chi di voi invece non dovesse essere ubriaco a quest'ora e non riesce a far tali conti, ho solo una domanda: "Che diavolo state aspettando che son già le 15,30?!". Comunque.

Mi domando che diavolo ho studiato a fare tanti anni nella vita: era un pò che non mi sentivo così bene come stamattina. A parte le 4 ore in giro per il centro di Forlì - che mi ha stupito: non pensavo potesse essere tanto grande da occupare 4 ore della vita di un uomo - e a parte le intemperie - tanto per cambiare, nevica - era da tanto tempo che non mi sentivo così bene. Fuori da quattro mura zeppe e gremite di gente cagata dal culo del Dio dell'Universo, senza un cane/padrone alle calcagna che mi dicesse cosa fare. Oh sì: avevo delle consegne, e per carità, le ho portate a termine. Ma giuro su Guerre Stellari che me la son presa bella comoda. Due spritz, un bombolone e tre scontrini mi sono testimoni. A pranzo un quartino di frizzantino e un Montenegro per finire. E queste sono le condizioni in cui mi ripresento al lavoro, contento come una Pasqua di non aver più niente da dimostrare. Ho lasciato che la neve mi sbattesse addosso, senza battere ciglio, e senza schivarne un solo fiocco. Sapete, è molto più gentile della pioggia: più pigra, arriva con calma, e non ferisce ma accarezza. Pensate che ho bestemmiato solamente quando cadeva un gocciolone dagli alberi: quelli sì che fanno male, e si fanno largo tra i tuoi capelli inevitabilmente arrestandosi solo quando ci metti mano.

Forse non è stato tempo perso, quello passato a studiare. Ora son talmente pieno di cultura da poter reggere un intero blog per settimane e settimane. Forse dovrei semplicemente bere di meno: sta di fatto che più tardi chiamo il signor Zingarelli, e se nella prossima edizione della lingua italiana non c'è il mestiere del fuckedino, allora mi incazzo proprio come un'ape.




















ps. al solito ho la netta sensazione di non aver detto assolutamente nulla di quel che volevo dire in origine. Dovrei portarmi dietro un registratore dove appuntare i miei pensieri, altrimenti se sono per strada dopo me li dimentico. Dannazione...

mercoledì 10 marzo 2010

Bisogna ammettere che...

...se in politica estera il buon Obama sta proseguendo la politica dei falchi che l'hanno preceduto, come politica interna ha almeno intrapreso un paio di battaglie a fin di bene. Purtroppo, a noi arrivano maggiormente gli effetti della loro linea internazionale piuttosto che interna, ma visto che sti americani li critichiamo sempre - io per primo - bisognerà pur ammettere quando fanno qualcosa di buono: altrimenti si finisce con l'essere come Travaglio, che per quanto ottimo giornalista e preparatissimo attaccante di Berlusconi, finisce con l'essere poco credibile perchè, su mille leggi che faranno in Parlamento e sui tanti ministri che son stati nominati, anche per sbaglio un paio di cose le avranno imbroccate. E badate: sono tra i più critici di questo governo. Comunque.


Obama, come tutti sanno, sta cercando di offrire pubblica assistenza sanitaria ad ogni americano. Non solo: sua moglie ha ingaggiato una battaglia contro l'obesità infantile, per evitare ai propri figli e non solo tutti i problemi legati ad essa. Il famoso mens sana in corpore sano, insomma. Un bambino obeso si può presentare in tante forme; una di esse è pressapoco questa:


















Devo dire che l'obesità infantile è un problema più che mai attuale: avendo allenato per 4 anni bambini a giocare a basket, riconosco che, rispetto a un tempo, vuoi per la maggior opulenza dell'odierna società, vuoi per un generale impigrimento dei genitori, vuoi per il confronto impari tra Commodore 64 e Playstation, i bambini magri si contavano sulla punta delle dita. Si andava dalla semplice panzetta - di quelle da birra, pensate - ai rotoloni Regina: ovvio che, dopo due giri di campo, la maggior parte dei cosiddetti "atleti" annaspava e arrancava.

Ora: Michelle Obama non è Wanna Marchi. Non offre rimedi assurdi insultando gli obesi prevedendo loro una morte per soffocamento nei loro stessi lipidi: semplicemente, ha deciso di vietare il McDonald's ai figli, offre frutta e verdura del suo orto - roba biologica - e gioca a calcio - pardon, a soccer - assieme a loro. E' un delitto? Apparentemente sì.



"Ciccioni, è giunto il momento di reagire". "Siamo grassi, e allora?". Nella nazione del politically correct - e più in generale, in quelle che si ispirano ad essa - colui che fuma 5 sigarette a settimana è un povero scemo che continua a fumare infischiandosene dei rischi, e mette in pericolo chi sta affianco a lui con lo scempio del fumo passivo. Se bevi un mojito la sera, sei un'idiota che non tiene al proprio fegato e anzi che presto lo dovrà salutare; se poi bevi e guidi, e superi di un niente lo 0,5, sei un pazzo assassino. In Italia ti ritirano addirittura la macchina e te la mettono all'asta come gli immobili di una società in fallimento. Il fumatore e il bevitore, trattati come ladri, devono subire e starsene zitti, perchè la società ha puntato il dito contro di loro e facendo parte della società, anche loro stessi sanno di essere in fallo: e dunque ritengono giusta la gogna pubblica.



La cosa davvero incredibile è che c'è una lobby per tutto ormai, pronta a difendere i diritti di categorie di persone che non c'entrano niente l'una con l'altra ma i cui interessi vengono uniti dalle associazioni. Il che è assurdo: pensateci. Se sei un obeso con la passione per il gioco del golf e con una madre vittima degli attentati del 9/11, cosa scegliete: vi iscrivete all'associazione dei grassi per vedere i vostri diritti difesi, al club del golf così potete bere Martini e sentirvi membri di un'associazione figa o scegliere il gruppo di pressione per far avere un giusto risarcimento ai famigliari delle vittime dell'attentato? Cosa considerate più importante? O scegliete tutti e tre? Personalmente ho un portafogli talmente pieno di tessere, che se cado per sbaglio in un fiume annego da quanto è pesante, e gli agenti che ritrovano il mio cadavere pensano che si tratti di suicidio. E non sono iscritto a nessuna associazione, figuratevi. Ma questo bisogno di far parte per forza di un gruppo di persone che ti categorizzi ad ogni costo, che riduca la tua complessa personalità ad un paio di aggettivi, è proprio una stronzata tipica dei giorni nostri. Comunque.



Guai a prendersela con un obeso. Guai a dire: "potresti fare a meno di quel mascarpone, le tue arterie son intasate, occhio che rischi l'infarto". Guai a dire al proprio figlio: "fai un pò di sport, ti fa bene, conosci degli amici, dimagrisci un pò e smetti di rovinarti gli occhi davanti a Pro Evolution Soccer 10". Meglio rassicurare gli obesi che a noi piacciono così come sono, che non è importante il loro aspetto fisico ma ciò che hanno dentro.



Per quanto mi riguarda, penso di seguire l'esempio di Michelle, se non dò troppo fastidio alla comunità obesa. Dopodichè, se vogliono continuare a mangiare il menù supersize a McDonald's, non mi oppongo di certo: è un loro diritto, e non c'è bisogno di far parte dell'associazione "Grasso è bello" per rivendicarlo. Però, signori, un minimo più di obiettività e un minimo meno di correttezza politica, non farebbe male a nessuno, soprattutto nella "Land of the Free".



martedì 9 marzo 2010

Oggi ho sperimentato...

...per la prima volta cosa voglia dire essere precario al giorno d'oggi. Devo ammettere che, come condizione umana, la precarietà l'ho accettata parecchio tempo fa: non succederà mai, ma se me la dovessero togliere, credo che ci rimarrei abbastanza male. De Gregori diceva: "Quando domani ci accorgeremo che non ritorna mai più niente, ma finalmente accetteremo il fatto come una vittoria". De Gregori è uno dei cantautori italiani che preferisco, e in una delle sue rare immagini senza cappello si presenta pressapoco così:
















Penso di esserci arrivato abbastanza presto a quel punto: son nato pessimista, poi quando ho capito che mica solo io avrò una fine, ma anche le cose negative, ho fatto una mano di conti e tutto sommato mi son sentito sollevato. E' bello avere dentro di sè un retorico, contraddittorio, puramente insensato pessimismo ottimista: pensare che le brutture sopravanzino di gran lunga le cose belle è un pensiero tipicamente pessimista; ma poi, quando capisci che pure queste cose son passeggere, diventi.. come dire, un cinico ottimista. Ed ecco ciò che sono. Un cinico ottimista.


Cinico deriva dalla parola "cane" in greco. Era una corrente filosofica in voga negli anni in cui la sodomia era praticata e accettata di buon grado. Diogene era un cinico: girava per la strada all'interno di una botte con una lampada in mano, affermando che cercava l'uomo. Comunque.


La precarietà nel mondo del lavoro c'entra poco o niente con la precarietà dell'esistenza: è proprio tutta un'altra cosa. No... non per te stesso: per gli altri che ti stanno attorno, sicuri e ancorati al proprio posto come gatti sul sofà, con lo stomaco pieno di sicurezze e l'umorismo di una capra. Tu impari anche a conviverci con la tua precarietà lavorativa: non è poi così diversa da quella esistenziale. Ma crei dei problemi agli altri: la loro speranza recondita è che tu non venga mai assunto, poichè più è ristretto il club, più è esclusivo, più la loro esistenza è piena e serena. Ti promettono il posto fino a un mese prima; dopodichè cominciano a inventarsi problemi su problemi, sperando di farti sentire inadeguato; infine, due settimane prima della scadenza del contratto, incanalano tutte le tue inadempienze in un unico mazzo di fiori a mò di "scusa ma non ti vogliamo". Un mazzo di fiori si presenta pressapoco così:




Tenetevi pure i fiori, e già che ci siete tenetevi pure il vostro finto potere di burattinai, con il vostro pensiero sempre adeguato e composto e le vostre scadenze da rispettare. Tenetevi pure l'illusione che il vostro lavoro conti qualcosa, e che senza di voi non si vada avanti. Tenetevi pure le vostre fantasticherie di autorità ed autorevolezza: è forse l'unica cosa che non vi spinge verso una squallida autoesecuzione, col cappio al collo legato al lampadario, lanciandosi nell'infinita tristezza d'un misero vuoto, il ridicolo spazio che intercorre tra il pavimento di marmo e la soglia del bidè. Io ne faccio a meno: ho capito da un pezzo di non essere l'eternità, ma l'infinito. E il mio cinico ottimismo va in sollucchero al solo pensare di tornare a sbattervi in faccia la vostra inutilità, un giorno, si spera non lontano.

lunedì 8 marzo 2010

E rieccomi qua...

...come promesso, a fornire opinioni sebbene non mi siano mai state chieste: ma è anche questo il bello. Archiviato il capitolo Bigelow, parliamo un pò degli attori. Jeff Bridges è un mio feticcio dai tempi della "Leggenda del Re Pescatore" del rincoglionito ex Python Terry Gilliam; la mia ammirazione si è trasformata in autentica adorazione dopo "Il Grande Lebowski", ed è quindi con felicità che a scatola chiusa dico che è un Oscar meritato a prescindere per uno degli attori più sottovalutati di Hollywood. Dopo il latrocinio dell'anno passato perpetrato ai danni di quel "pezzo di carne maciullata" in favore dei ben più scottanti e politicamente rilevanti valori della comunità gay, un ubriacone che fa la parte dell'ubriacone viene premiato, e tutti noi ubriaconi facciamo salti di gioia.

Veniamo alla nota dolente. Il bel faccino di Sandra Bullock credo difficilmente avrà imparato a recitare dopo i 40 anni, e quindi trovo sorprendente tanto la nomination quanto la vittoria. Non ho assolutamente visto il film: è tra quelli che mi son ripromesso di guardare, ed ora che ha pure vinto l'attrice di "Speed" mi è pure venuta maggiore curiosità. Devo dire che a 15 anni avevo una pura passione per la Bullock: ma era solo una pulsione sessuale negli anni di fregola adolescenziale, in cui anche un cassonetto differenziato avrebbe attirato in me un certo appetitoso stimolo. Ora son cresciuto: non di molto, ma son cresciuto.

Nota di merito allo sconosciuto Cristoph Waltz: la sua interpretazione del nazista in "Bastardi senza gloria" è a dir poco credibile, a dir molto eccezionale, a essere obiettivi ottima. E aggiungo una piccola postilla al film: uscito dalla sala ero abbastanza contrariato verso quel simpatico cialtrone di Tarantino, che tanta ammirazione mi ha destato negli anni passati. Ma ultimamente mi è capitato spesso di ripensare al film: e devo dire che via via ha ridestato in me la fiamma quentiniana. Alla fine è una gran bella pellicola, altro che no.

Di Mo'nique non dico niente, tranne che assomiglia troppo a Queen Latifah: la "Big Mama" di Tom&Jerry, cui non si vedeva mai il volto, me la son sempre immaginata così. Per quanto fosse un personaggio più che simpatico - mitiche le scene in cui seguiva con la scopa il povero gatto - non pensavo potesse aspirare a un premio tanto ambito.

E ora una piccola carrellata di foto del buon Jeff nella sua interpretazione cult, tante quante blogger mi permette: immagino saranno massimo due. Alla fine l'hai riavuto il tuo tappeto, e con gli interessi, Drugo...