...mi girava per la testa di scrivere un blog: non perchè avessi poi qualcosa di diverso o originale da dire, ma per esercizio personale. Ero solito scrivere racconti, solitamente durante le lunghe ore di liceo scientifico: biologia e le interrogazioni - altrui - di latino erano le mie preferite. Non che le seguissi: ma mi diventavano talmente aliene, che riuscivo a distaccarmi quel tanto che bastava per chiudere il mio udito e concentrarmi solamente sulla scrittura. Il problema è che all'epoca - saranno passati almeno 10 anni - sentivo di avere effettivamente qualcosa da scrivere: e ci mancherebbe. Avevo accumulato 17 anni della mia vita: in un qualche modo dovevano venire fuori. I racconti, mi si perdonerà l'eccesso, non erano neppure male: di volta in volta influenzati dallo scrittore che, in quel momento, fungeva da "faro". Il faro è una torre situata in mezzo al mare che illumina il cammino delle navi, e si presenta pressapoco così:
Tutto questo per dire che, passati 10 anni, avendo comprensibilmente esaurito le cose da scrivere, devo biecamente cercare qualche escamotage: potrei provare a migliorare i miei racconti di gioventù, sempre frettolosamente ancorati alla mia voglia di stupire con effetti speciali nel finale e quindi di arrivarci il prima possibile, ma mi sentirei in qualche modo di tradire il messaggio originale... non è vero, è più che altro per pigrizia, non ho voglia di rileggerli. Il blog, probabilmente, rappresenta la scelta più semplice, il giusto compromesso tra la mia atavica apatia e la perenne, logorroica presenza di qualcosa da comunicare.
Per il momento mi fermo qui. Ma visto che sono al lavoro tutt'oggi, è molto probabile che tornerò... oh sì, tornerò...

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