
Penso di esserci arrivato abbastanza presto a quel punto: son nato pessimista, poi quando ho capito che mica solo io avrò una fine, ma anche le cose negative, ho fatto una mano di conti e tutto sommato mi son sentito sollevato. E' bello avere dentro di sè un retorico, contraddittorio, puramente insensato pessimismo ottimista: pensare che le brutture sopravanzino di gran lunga le cose belle è un pensiero tipicamente pessimista; ma poi, quando capisci che pure queste cose son passeggere, diventi.. come dire, un cinico ottimista. Ed ecco ciò che sono. Un cinico ottimista.
Cinico deriva dalla parola "cane" in greco. Era una corrente filosofica in voga negli anni in cui la sodomia era praticata e accettata di buon grado. Diogene era un cinico: girava per la strada all'interno di una botte con una lampada in mano, affermando che cercava l'uomo. Comunque.
La precarietà nel mondo del lavoro c'entra poco o niente con la precarietà dell'esistenza: è proprio tutta un'altra cosa. No... non per te stesso: per gli altri che ti stanno attorno, sicuri e ancorati al proprio posto come gatti sul sofà, con lo stomaco pieno di sicurezze e l'umorismo di una capra. Tu impari anche a conviverci con la tua precarietà lavorativa: non è poi così diversa da quella esistenziale. Ma crei dei problemi agli altri: la loro speranza recondita è che tu non venga mai assunto, poichè più è ristretto il club, più è esclusivo, più la loro esistenza è piena e serena. Ti promettono il posto fino a un mese prima; dopodichè cominciano a inventarsi problemi su problemi, sperando di farti sentire inadeguato; infine, due settimane prima della scadenza del contratto, incanalano tutte le tue inadempienze in un unico mazzo di fiori a mò di "scusa ma non ti vogliamo". Un mazzo di fiori si presenta pressapoco così:

Tenetevi pure i fiori, e già che ci siete tenetevi pure il vostro finto potere di burattinai, con il vostro pensiero sempre adeguato e composto e le vostre scadenze da rispettare. Tenetevi pure l'illusione che il vostro lavoro conti qualcosa, e che senza di voi non si vada avanti. Tenetevi pure le vostre fantasticherie di autorità ed autorevolezza: è forse l'unica cosa che non vi spinge verso una squallida autoesecuzione, col cappio al collo legato al lampadario, lanciandosi nell'infinita tristezza d'un misero vuoto, il ridicolo spazio che intercorre tra il pavimento di marmo e la soglia del bidè. Io ne faccio a meno: ho capito da un pezzo di non essere l'eternità, ma l'infinito. E il mio cinico ottimismo va in sollucchero al solo pensare di tornare a sbattervi in faccia la vostra inutilità, un giorno, si spera non lontano.

Caro cinico ottimista, ho pensato che quella Piazetta della Misura o quello che si chiama proprio non fa per noi- a me mi hanno 'licenziato' dopo il primo giorno all'Abbey, a te non rinnovano il contratto, si vede che dobbiamo assolutamente uscire da questo circolo viziato!
RispondiEliminaHard-core realista
Ahahah Hard-core? mmmm niente male!!!
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