...di vasca in centro per tornarmene a casa con un paio di considerazioni che ritengo vagamente importanti per la mia persona. Preambolo per creare suspence: ero appositamente andato in piazza non per ammirare la bella gente che ci gira e per farmi ammirare, come diceva Leopardi nel "Sabato del villaggio", ma semplicemente perchè sono venuto a conoscenza di un modo per cambiare le selezioni che "Euroclub", in maniera dittatoriale, senza chiedere il mio consenso nè la mia opinione, sceglie per me trimestralmente. Euroclub non è il circolo di Monet, Mazzini o Schuman, bensì una specie di azienda che ti spedisce libri a casa: ora, se avessero continuato a chiamarmi per chiedere cosa volevo leggere, non sarebbe stato un grosso problema rimanerne socio. Il problema nasce quando questi lungimiranti sapientoni decidono di sana pianta senza consultarmi che Oriana Fallaci, Isabel Allende e Francesco Totti siano di mio gradimento: da un anno e mezzo non apro i libri che mi mandano, che son rimasti rigorosamente incellophanati e intonsi rinchiusi in garage. Ora, essendo venuto a conoscenza che possono essere cambiati, ho fatto la scorta di dvd, visto che il livello letterario all'interno del luogo in cui offrono questo servizio è pari a quello dei libri citati sopra: ovviamente basso, e mantenuto ad hoc tale perchè altrimenti ci rimetterebbero. Comunque, è tempo delle mie considerazioni.
Considerazione n.1: sono straniero nella stessa terra che ha ospitato le mie membra per 28 lunghi anni. In un'ora e mezza di passeggiata ho incontrato solo una persona che conoscevo, e mi ha pure stupito perchè pensavo fosse a Milano. Il buon Cesare Pavese una volta disse una cosa che mi illuminò: "Un paese ci vuole, non fosse altro per il gusto di avere un posto dove tornare". Cesare Pavese è stato un grande scrittore italiano, morto per aver ingerito volontariamente 16 bustine di sonnifero: si vede che voleva un sonno pesante. Si presentava così:
Buon vecchio insensato suicida d'un Cesare, ti vorrei chiedere una cosa personale. La frase citata qui sopra, avrebbe ancora un senso in un mondo fatto di paesi che cambiano a velocità esponenzialmente maggiore di quanto ti divorino le rughe? Sarebbe ancora intatto il gusto di tornare in un posto che fondamentalmente non riconosci più? Tu dicevi bene: male che vada, laddove tornavi mancava giusto un qualche vecchio al bar che aveva ceduto il capo agli anni, sostituito da quello che di solito rimaneva in disparte a guardare la briscola a commentare come Guido Meda fa col motociclismo; magari qualche bambina era diventata grande, ma sapevi comunque chi era e di chi era. Oggi son tornato in centro per la prima volta dopo tanto tempo per piacere personale - e per sbrigare appunto le pratiche di cui sopra - e non per lavoro, solo per scoprire di non conoscere nessuno. E va bè.
Considerazione n.2: continuo a non capire i giovani d'oggi. I casi sono due: o la forbice in termini d'età tra me e loro si sta allargando troppo e assomiglio sempre di più a un vecchio acido scatarroso, oppure loro son sempre più scemi. Uno in particolare ha attirato la mia attenzione: aveva i capelli che mi hanno ricordato i camion-vela. I camion-vela son quelle automobili con attaccate a mò di rimorchio la pubblicità di un evento, di un personaggio, di un prodotto e così via. Girano instancabilmente per la città di modo che il maggior numero di persone legga il messaggio che c'è scritto, e si presentano così:
Girate questo trabicolo per il verticale e avrete una stima pressochè realistica dei capelli di questo poveretto. Un'altra stima pressochè realistica del futuro che ho fatto è che crescerà in maniera esponenziale il numero di pelati nei prossimi dieci anni, se continuano a pasticciarsi i capelli in quel modo.
Considerazione n.3, direttamente legata a quelle sopra: il giorno in cui me ne vado da qua, capirò sempre meno la città dove son nato, e ho paura che sarà sempre minore il desiderio di tornare. E' una diretta conseguenza di ciò che ho detto.
Considerazione n.4: il giorno in cui me ne vado da qua, per caso dimenticherò di comunicare il mio nuovo indirizzo ad Euroclub. A quel punto, saranno cazzi dei miei genitori, e che se la vedano loro con questi cialtroni...



Un paio di considerazioni.
RispondiEliminaConsiderazione n. 1: magari hai beccato il sabato sbagliato e coloro i quali conoscevi tu erano a dormire o erano lì ma mentre tu eri in Piazza Saffi loro erano in Piazza Duomo e viceversa, il che può accadere anche in un centro come Forlì, che pur piccolo è comunque pieno di anfratti, negozi e luoghi di culto.
Considerazione n. 2: né Cesare Pavese né Giacomo Leopardi erano forlivesi, quindi non potevano affatto sapere che a Forlì il sabato è fatto per sbrigare faccende e non per fare giri e vedersi in piazza. La differenza tra fare faccende e frequentare il centro è che, nel primo caso, tu esci di casa, ti fiondi in macchina, ti fiondi tra le rondò fino alla porta del negozio ove parcheggi davanti, ti fiondi nel negozio, compri (qui se sei uomo dura 15 minuti in media, se sei donna almeno 2 ore), ti rifiondi in macchina e ti rifiondi in casa dove finalmente prendi il telefono e chiami a casa qualcuno per sapere cosa fa di bello. Risultato: Aurelio Saffi che scruta il suo bel deserto dei Tartari con tanto di piccioni e "Oh! Che bel campanilone!"
Considerazione n.3: quando viv fuori, però, tornare a Forlì ha i suoi lati positivi: vai in un pub (ormai l'unico) e vedi e saluti un po' tutti, il che mi fa sentire a casa! A Milano la cosa è alquanto insolita ed improbabile... A Bologna, invece, mi è capitato spesso di incontrare persone che conoscevo per strada. La differenza con Forlì è solo rispetto al punto 2, avendo un centro più grande, quindi peggiore rispetto al punto 1, ma decisamente più frequentato e vivo!
Considerazione n.4: Hai notato che tra le personalità più celebri di Forlì, quasi tutte hanno vissuto fuori città per periodi lunghi della loro vita? Anche il nostro idolo di sempre, Fulcieri Paolucci da Calboli, quello con 3 errori di ortografia nel nome, a cui è intitolato il Liceo Scientifico, è diventato famoso come uomo politico per essere stato eletto 2 volte podestà di Firenze, nonostante le regole non lo permettessero. Può addirittura vantarsi nell'aldil di essere citato nel Purgatorio! Qual è il motivo che rimanendo a Forlì non si possa diventare famosi???