Quello che mi ha fatto pensare, comunque, è che veramente in questa semplice frase è racchiuso lo spirito dei tempi che passano: e ogni volta che mi capita di accorgermi che ho appena sentito un'affermazione che fotografa in maniera così semplice ciò che io spiegherei spendendo intere giornate e pomeriggi in ricerche e mezzi saggi, mi fermo a riflettere.
E' forse semplicistico pensare che gli anni '90 siano stati lo specchio della personalità di un rocker che, all'apice della propria carriera, si è trovato con una rivoltella ancora fumante in bocca con le cervella sparse sul pavimento: su questo posso convenire. Ma è effettivamente emblematico.
Pensate al successo degli anni '80: un rincoglionito ex attore malato di Alzheimer era uscito vincitore da una specie di strana guerra, durata 40 anni e qualcosina di più. Non c'era più da pensare a stare accovacciati sotto un banco di scuola per evitare gli effetti della bomba nucleare, e persino il mondo sembrava un posto meno grigio grazie alla caduta di questo muro:

La fine di tutte le guerre. Addio, triste lunedì. Sfido io che avessero voglia di divertirsi.
Pensate a come si son aperti gli anni '90: Aids, guerra in Jugoslavia, guerra in Iraq, guerra in Somalia. Rabin e Arafat, due guerrafondai, che vincono il premio Nobel per la pace.
Viene inventato il karaoke, aggeggino che ti illumina di azzurro le paroline di una canzone che appare su uno schermo: da quel punto in poi, non hai più scuse. Improvvisamente, se canti fuori tempo non sei più uno che semplicemente non è portato per il canto, ma diventi fondamentalmente un'idiota troglodita e analfabeta.
Maradona viene fermato per coca; Senna muore; l'Italia perde i Mondiali di calcio in casa prima, e negli Stati Uniti ai rigori poi. Con Tangentopoli nascono la Lega Nord e Forza Italia. E così via.
Non è che gli anni '90 fossero per pipparoli e gli anni '80 per gente figa: non me ne voglia Mickey Rourke. E' che gli anni '90 son stati gli anni del disincanto: se vogliamo, del risveglio. All'improvviso alla gente era passata la voglia di divertirsi. Il divertimento fine a sè stesso veniva rimpiazzato da una strisciante, sottile angoscia, che si sarebbe trasformata in depressione nel corso degli anni. Non era più tempo di ascoltare gli AC/DC. E per quanto sia d'accordo che i Nirvana, sebbene in fondo mi piacciano, abbiano contribuito a creare eserciti di giovani scoraggiati, afflitti, demoralizzati per moda - gli antesiniani degli attuali emo, per intenderci - riconosco che, probabilmente, non avrebbero potuto far altrimenti. Così doveva essere, e così è stato.
Davvero non so se mi sono spiegato: carpire e riflettere lo spirito di un decennio è cosa tutt'altro che facile, dunque mi si perdonerà. Però in maniera ignorante, grezza, grossolana, Randy "The Ram" Robinson c'ha preso: "Volevamo solo divertirci, ma poi è arrivato quel finocchio di Kurt Cobain e ha rovinato tutto".
Bentornato, triste lunedì.


Caro vecchio Kurt: l'hai messo in culo a tutti noi, e di questo te ne saranno grate le generazioni a venire. Prima o poi torneranno di moda anche gli anni '90: tanto che davvero, forse, non ha senso parlare dello spirito di un decennio. Forse è una cosa veramente idiota: non mi stupirei, perdo spesso tempo dietro cose idiote.
I nostri, indimenticabili, anni dell'infanzia, non sono che una copia di una copia. E così via.
ps. i giovani d'oggi, comunque, mi rimangono ancora astrusamente bizzarri.
pps. se abbatto il muro di casa mia, smetterò di fare la guerra col mio vicino? O con tutto il vicinato?

Paolo, non credo sia giusto farne una lotta stile "I migliori anni" di Carlo Conti. Le cose sono belle se rispondono bene o al tempo in cui sono fatte o sono precursori e profetiche, acquisendo valore nel tempo a venire, forse maggiore rispetto alle prime. Solo l'anacronismo, alla fine, è punito, oppure la trovata commerciale, ma semplicemente perché non è catalogabile come "bella". Ora, questo per dire che sono sicuramente anni di grandi eventi, di grande storia e di grandi avanguardie artistiche, sia gli '80 che i '90. Negli anni '80 l'elettronica, la New Wave e la Darkwave sono, per me, movimenti musicali di grande potere espressivo e artistico! Diciamo che non erano poi così divertiti in Germania, anche se c'era una fortissima voglia di evasione e di cultura, mentre in Italia Craxi e tutto il sistema economico godevano dei frutti degli anni precedenti, con pochissimi reinvestimenti in settori che potevano essere strategici, con un NO al nucleare dato dal parere "tecnico" dei cittadini, creando mancanza di presupposti di sviluppo, di cui ora abbiamo le prove sulla pelle. Però, è vero, da noi negli anni '80 era tutto abbastanza platinato, quasi finto, a forza divertente, un Drive In. Poi, sai, parlare di decadi secondo me è una forzatura, perché ci sono dettagli e sfumature molto più delicati e, oggigiorno, il tempo va così veloce che già un lustro comincia ad essere problematico da inquadrare generalizzando. Di sicuro, visto che sono passati ben 10 anni e visto le palle che ci hanno fatto sui banchi di scuola con l'anno Mille e con la sua forte ripresa dovuta al pensiero della fine del mondo imminente, il forte entusiasmo e la spinta che ha portato alle prime Università e via via nei secoli all'Umanesimo, io noto che il 2000 invece ha segnato un solco tra disillusione e sociopatia teorizzata nell'arte degli anni '90 a confusione totale con completa deculturalizzazione delle masse, figlie di benestanti tra l'altro, oramai sempre più senza nuovi grandi e sconvolgenti contenuti artistici, ma con sempre più tecnologia. Come dici tu, Paolo, cosa c'è di nuovo e di bello in questi anni? Negli anni '90 non c'era solo il grunge coi Nirvana, i Pearl Jam e gli Smashing Pumpkins, c'era il brit pop, i Blur, i Pulp, gli Oasis e i Verve. Il rock italiano dei Marlene Kuntz e degli Afterhours. I Bluvertigo e i Quintorigo. I Subsonica. Vinicio Capossela. I Massive Attack. I Radiohead! E solo nella musica, perché se andiamo nella letteratura e nel cinema... tutta l'avanguardia Pulp? Bret Easton Ellis, Palaniuk, Irvin Welsh, Quentin Tarantino, Guy Richie! Etcetera Etcetera...
RispondiEliminaciao, sono capitato sul tuo blog perché stavo cercando la stessa fulminante citazione da cui parti.
RispondiEliminasono d'accordo. è una frase fulminante che fotografa un cambio di epoca. solo due appunti:
1) la caduta del muro è del novembre 1989, quindi sembrò sigillare definitivamente la nascita di un nuovo mondo alla fine di un decennio colmo di ottimismo. in realtà ne segna la fine anche in termini sostanziali. alla rivoluzione geopolitica che ne è seguita abbiamo assistito, non a un epoca di pace-prosperità-felicità, ma di guerre-disordini-diseguaglianze crescenti e dissesto sociale in molti paesi "liberati dalla dittatura comunista"
2) viceversa l'aids (che inizia a terrorizzare intorno all'83) è stata l'ombra nera del decennio scintillante, ed ès stato la concausa di un regresso nei costumi sessuali in occidente. ero bambino e adolescente negli anni'70, ma ricordo una diffusa disinibizione sessuale. purtroppo terminata da un nuovo moralismo nel decennio successivo, complice anche il papato di wojtyla, un grande innovatore nei mezzi, ma un terribile reazionario in dottrina.
ciao!